Caso Pantani “Esclusione Pazzesca”

 

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La Gazzetta dello Sport è tornata a scrivere della esclusione di Marco Pantani per ematocrito alto dal Giro d’Italia del 1999, interpellando Dario Corsi, biologo appassionato di ciclismo, che negli anni ’90 ha messo al servizio dell’antidoping le sue conoscenze in fatto di Epo e dintorni.

Secondo l’esperto l’esclusione di Marco Pantani fu pazzesca: “Non parlo di complotti e altre questioni giuridiche. Non ho le competenze per farlo, ma sulle Coulter possiedo dati inconfutabili: erano inadeguate per certificare il valore dell’ematocrito a quei livelli. E soprattutto l’Uci le tarò per diversi mesi in modo sbagliato, rendendo nulli tutti i controlli effettuati fino al 2001, quando modificò la procedura. E lo fece perché in un convegno scientifico, con tanto di pubblicazione finale, segnalai il grave errore che stavano commettendo”.

Quel tipo di apparecchio era “entry level”, con scarsa affidabilità in termini di precisione. La casa costruttrice segnalava che l’ematocrito poteva variare fino a 10 punti, specie quando testava valori superiori al 50%. Perché l’Uci la scelse? Costava poco ed era l’unico modello trasportabile. A rendere non veritiero il controllo su Pantani è stato anche un passaggio ulteriore: la Coulter fu tarata usando un kit che serviva solo in una fase successiva, come spiegato nelle istruzioni”.

“Nel foglio firmato da Pantani a Campiglio si legge che lo strumento era stato calibrato per 5 volte. Ma la vera taratura prevedeva 11 letture, la prima era da eliminare e sulle altre andava fatta la media. Anche seguendo questa prassi, la stessa Coulter metteva le mani avanti, avvertendo che potevano esserci valori difformi di ben 3 punti. E la regolazione andava rifatta ogni volta che la macchina era esposta a sbalzi di temperatura superiori a 5 gradi. Insomma, quel 53, poi portato a 52, riscontrato a Pantani nel ‘99 poteva essere benissimo 48 oppure 56. L’esclusione di Pantani è arrivata con un test che non era né credibile e né giusto”.